SANTA MARIA DEGLI ANGELI

Santa Maria degli Angeli, la cui storia è strettamente legata a San Francesco. Il patrono d’Italia soggiornò a Bari nel 1220 e nel suo peregrinare visitò anche un convento benedettino situato un tempo dove ora sorge la chiesa eretta nel XVI secolo. E fu lì, nel giugno di quell’anno, che secondo la leggenda richiamò i fedeli in preghiera usando un campanellino in bronzo: prezioso oggetto che è ancora custodito all’interno del luogo di culto “moderno”.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

Santa Maria degli Angeli si trova in via Boemondo, stradina che collega il Castello Normanno Svevo alla Prefettura e si erge a pochi passi da San Domenico.

Il suo nome richiama l’omonimo edificio religioso situato ad Assisi, paese natale di San Francesco, anche se da molti è conosciuta come “Santa Maria della Finestra” per via di un leggendario dipinto della Madonna una volta presente all’interno della chiesa. Pare che l’icona sia stata trovata in una finestra murata, ma c’è chi afferma che il “soprannome” derivi dal fatto che l’immagine, trovandosi in un’edicola situata fuori dalle mura, guardasse quindi la città attraverso una sorta di “finestra”.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

Ma veniamo ai giorni nostri. La chiesa si presenta con una facciata rettangolare scandita da mattoni irregolari marroni, interrotta da una bifora centrale, sormontata a sua volta da un rosone a raggiera. Sia la finestrella che il rosone mostrano raffinatezza con colonnine bianche dai capitelli decorati e animali stilofori a reggere gli archetti sovrastanti.

La terminazione dell'edificio, a cuspide, ha una cornice di coronamento, anch'essa ad archetti. Sulla sommità del triangolo si nota una croce metallica lavorata con delle ornamenti circolari, simile a quella presente sul campanile.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà. barinedita.it e di sua proprietà.

Varchiamo a questo punto la soglia, accedendo prima nell’anticamera dove è affissa un’epigrafe che ricorda il passaggio del Poverello d'Assisi e infine nella chiesa. Ci troviamo in un ambiente riccamente ornato e coperto da volte a botte color ocra, con lunette con floreali bianche e brune, da cui scendono piccoli lampadari di cristallo.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

L'arredo sontuoso della chiesa risale al Secondo Dopoguerra e coincide con il periodo della sua ristrutturazione generale. Del secolo scorso sono i numerosi dipinti, tra cui l’affresco del Perdono di Assisi che domina la navata unica e la pala presente sul fondo dell’abside raffigurante la visitazione di Maria ad Elisabetta. L’altare in marmo policromo è invece del XIX secolo e conserva al centro un tabernacolo sormontato da un grande timpano.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

In tutta questa “modernità” fanno eccezione la statua di San Rocco e il campanello bronzeo di San Francesco. La prima, che mostra il santo accanto al suo fedele cane, dovrebbe risalire alla metà del XVII secolo, anche se per alcuni esperti la scultura potrebbe essere ancora più antica: del 400.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it